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martedì 19 dicembre 2017



Buona serata a tutti


IL CACCIATORE DI LIBELLULE - romanzo thriller
La perfezione del male. Un colpevole di atroci delitti.
Cadaveri barbaramente violati con le stesse modalità che riserva alle sue vittime.
Il panico sta dilagando in Kenya e la tormentata e risoluta agente Doris Lewis è l'unica in grado di fermarlo.
Sarà lei a ricostruire il ritratto raccapricciante di un serial killer perverso oltre ogni immaginazione?
Se amate la paura, la tensione, la suspense e il brivido fate un piccolo passo e venite a leggere l'estratto gratuito.
*** CARTACEO IN OFFERTA
***EBOOK 0,99 cent

AMAZON EBOOK


lunedì 23 maggio 2016

PRESENTAZIONE di Varla del Rio 

autrice di 

FIELE D'OTTOBRE

Per chi ancora non ha sentito parlare di Varla del Rio (pseudonimo), non si può perdere questa introduzione dell'autrice. Un libro horror/fantasy affascinante e di piacevole lettura che vi conquisterà con la sua atmosfera. La scrittrice ci ha rilasciato un'intervista, siete curiosi?

 

  • Formato: Formato Kindle
  • Dimensioni file: 439 KB
  • Lunghezza stampa: 123
  • Editore: EDIZIONI EVE (13 ottobre 2015)
  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
  • ASIN: B016LO2ZQA
  • Prezzo: euro 2,49
SINOSSI

Umberto, un quarantenne frustrato con molte ossessioni, è convinto che la sua vita stia per cambiare in meglio con l'arrivo di una promozione. Ma la mattina in cui si reca al lavoro per ricevere l'agognato riconoscimento è costretto a incassare una cocente delusione. Da quel momento in poi il veleno covato per tanto tempo entrerà in circolo, fagocitando tutte le persone che orbitano intorno alla sua esistenza. Giulia è una dodicenne ricca di fantasia e con una grande passione per il nuoto. La sua sensibilità la porta a vedere oltre la realtà di tutti i giorni e a oltrepassare quella sottile linea di demarcazione che separa il mondo razionale dalla dimensione onirica. A mettere Giulia in contatto con tale universo è la costante presenza di gatti, unici esseri capaci di sondare la profondità dell’inconscio.


BIOGRAFIA

Varla Del Rio è uno pseudonimo. Sono nata a Roma alla fine degli anni Settanta. Nel 2002, dopo essermi laureata in Storia e critica del cinema ho cominciato a scrivere recensioni per riviste indipendenti e pile di sceneggiature. Alcune sono state realizzate, altre hanno ricevuto premi e menzioni, altre ancora sono state utilizzate per foderare i cassetti della scrivania. Lavoro attualmente come assistente al montaggio presso alcune società di post produzione e come adattatrice. Le mie passioni sono da sempre i film horror e la letteratura gotica. Ho scritto sotto mentite spoglie racconti cupi per ragazzi malinconici.
Dal 2012 suono il basso nel gruppo Doom Summer’s gone.
Fiele d’ottobre” è il mio primo romanzo.

INTERVISTA

Lasciamo la parola all'autrice – Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?

Fiele d'ottobre è un romanzo “corale” : vale sempre la pena ascoltare quello che i personaggi di un libro hanno da dire; spero che l'intreccio possa incuriosire i lettori spingendoli a seguire tutte le voci e a tirare il filo sottile che unisce ogni storia.

Che cosa c'è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

Fiele d'ottobre unisce la narrativa classica al genere horror. Il romanzo contiene molti elementi fantastici di cui mi sono servita per raccontare le parti più oscure delle vite dei personaggi. La dimensione onirica, quasi paranormale, si alterna a quella consueta, del quotidiano creando tensione e un pochino di smarrimento.

Che cosa ti ha spinto a scrivere?

La voglia di raccontare ovviamente e nel caso specifico di Fiele d'ottobre di cambiare forma all'idea originaria. Fiele nasce infatti come sceneggiatura, nel 2009. Col passare del tempo mi è venuta voglia di stravolgerne la struttura per dare respiro ai personaggi, ampliare i loro lati nascosti, rendere tutto un po' più sfaccettato... e complicato.

Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le tue ispirazioni?

Quando ero bambina andavo spesso a trovare uno zio che abitava a Testaccio, quartiere di Roma che amo molto. Viveva da solo, era sordo, amava leggere. Passava la maggior parte del tempo seduto accanto alla finestra del soggiorno con un libro in mano. Accanto a lui, appollaiato sul davanzale, un micio tigrato. Non era suo, era un gatto di quartiere e ogni pomeriggio faceva sosta da lui. Questa amicizia mi faceva ridere e mi incuriosiva. Sembrava ci fosse un dialogo speciale tra loro. Quando mio zio morì, il gatto scomparve e nessuno del palazzo lo vide più. L'episodio mi rimase molto impresso e una volta cresciuta mi venne voglia di inserirlo in una storia.
Gli altri personaggi sono nati successivamente man mano che tessevo la trama.
Mi ispiro sempre alla letteratura gotica, almeno per descrivere le atmosfere più cupe. Fiele d'ottobre in fondo è anche una storia di fantasmi.

Progetti per il futuro?

Ho appena terminato di impaginare un racconto breve e sto lavorando a un romanzo dalle tinte horror. Sono progetti a cui sono molto legata, spero di terminarli al più presto.

Tre persone da ringraziare.

Voglio ringraziare Mauro Beato e Francesca Costantino per i loro preziosissimi consigli, e Claudia Ducalia per aver realizzato un bellissimo ritratto di Giulia, la protagonista di Fiele, da mettere in copertina.


venerdì 20 maggio 2016


RECENSIONE a cura di Giuliana Guzzon

NECROTICA 

Trama di un sogno e sottile raso d'incubo


di Jessica ScarlettRose Tommasi


  • Formato:Formato Kindle
  • Dimensioni file:473 KB
  • Lunghezza stampa: 36
  •  Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
  • ASIN: B01D7UFYZU
  • Cartaceo copertina flessibile: 94 pagine
  • Editore: CreateSpace Independent Publishing Platform; 1 edizione (20 marzo 2016)
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 1523967013
  • ISBN-13: 978-1523967018

Pagina Facebook     Amazon ebook e cartaceo

Sinossi

"L’Immortalità ha da sempre affascinato l’uomo.
Sacerdoti, alchimisti, ricercatori basano i loro studi per prolungare la vita umana quanto più possibile, per combattere la paura della morte.
Poi ci sono i Vampiri.
Il lapislazzuli non protegge dalla luce del sole, che è rigorosamente vietata. I sentimenti scemano pian piano, lasciando solamente una gran collera dentro di te, una furia incapace di essere colmata anche col sangue. Doversi attenere a Patti Antichi andando contro il tuo essere, dover rifuggire le persone che si amano, con cui si è stretto un profondo legame.
Dover mentire sulla propria identità, sulla propria età, mostrarsi più stolti ed ignoranti di quanto non si è davvero. Dover custodire il segreto dei Secoli passati. 
Dover combatterecontro superstizioni umane. È la dannazione, non il raggiungimento della Perfezione.
I Figli vanno scelti con cura. 
Coloro che hanno un animo predisposto all’adattamento e alla sapienza. Coloro che sono pronti a rinunciare a tutto, senza paura, seppur con riverenza. Coloro che non pongono mai interrogativi, ma sottomettono il loro volere ai più Anziani.
Coloro che sono fedeli e che mai mostrano pentimento.
Quindi pensateci. Pensateci prima di compiere un passo su un terreno instabile e pregno di dolore, di rabbia, d’insoddisfazione, di vendetta. Questa è la Condanna più grande che Dio potesse dare."

Biografia

A Jessica ScarlettRose, classe 1995, appartiene da tempo la voglia di scrivere, ovvero da quando frequentava le elementari; poi, alle superiori, divenne più consapevole.
Ha pubblicato la sua prima opera (in formato cartaceo) nel 2014, un mese dopo il compimento dei diciannove anni, grazie alla casa editrice Kimerik. Partecipa ai concorsi più disparati, sia di genere narrativo sia di poesia, per i quali ha già ricevuto alcuni riconoscimenti pubblici.
Riguardo al suo percorso formativo, si è diplomata presso il Liceo Psico Pedagogico Sociale; prosegue in via privata gli studi a impronta socio-umanistica, in quanto ora si diletta nello studio del linguaggio non verbale, della psiche umana e della Criminologia.
Collabora anche con riviste online a favore, per esempio, della tutela dell’ambiente e degli animali. Ama il genere gotico in tutte sue forme e declinazioni. Per un po’, infatti, ha posato come fotomodella alternativa, un modo attraverso cui ha potuto, a maggior ragione, esprimere se stessa.
Fin dal liceo, il suo amore per i vampiri è stato schernito e oggetto di prese in giro da parte delle compagne di classe. Eppure, ciò non le ha impedito di recidere la propria vena creativa e passione nei confronti di tali creature. Lo stesso vale per il Paese del Sol Levante. Non importa quanto un argomento sia trattato. Conta come venga preso in esame e portato avanti, strutturato, livellato, cresciuto. Conta l’amore riversato in ciò che dici e fai.

Recensione di Giuliana Guzzon

Necrotica è un testo coinvolgente, è un'opera che non cede a suggestioni emozionali di facile impatto, ma fa emergere con sottile dosaggio i tempi drammaturgici con una scrittura giocata sulle sfumature.

La misura stilistica, fondata sull'esattezza di calibratura mai eccessiva, sa rompersi con attenzione nei momenti giusti. Le immagini create dall'autrice sono originali e l'atmosfera ben inquadrata.
Su tutto domina la capacità di tradurre le sensazioni in parole, i pensieri in sintassi, le emozioni in asserzioni.

Che la scrittura di Jessica ScarlettRose è particolare lo si capisce già dai primi versi: scelta delle parole e delle assonanze frutto di una buona preparazione e cura. Una scrittura intelligente, ambiziosa e celebrale, con un ritmo che catapulta nella lirica tutto d'un fiato.

Liriche dense, con immagini inquiete e dolci. Una mano esperta e sensibile, armoniosa, che delinea una figura gotica, il vampiro, sotto una luce insolita; quella della poesia.

Il lato oscuro è reso affascinante, così come il lato bestiale che la scrittrice evidenzia a colpi d'artiglio. Il miracolo, la deviazione che si descrive a sé stessa con il sangue e l'eterna notte.
La disperazione, l'odio, l'indifferenza e rancore per l'umano, ma nel contempo l'elevata sensibilità racchiusa in una figura feroce.

Un tenue raggio di luce
dalla finestra socchiusa,
fil di seta,
disegni la pelle pallida e liscia
di rigagnoli scarlatti
piccoli fiumi verso un unico mare,
la rivelazione della mia fragilità. 

L'introduzione ci accompagna e prepara ai testi poetici. La narrazione introduce la materia con dettagli storici e letterari sulla figura del vampiro e vampirismo.
Il lettore in questa prima fase informativa viene avvolto dalla nebbia della leggenda.
Il prologo, molto intrigante è un'anteprima. Una premessa al componimento lirico, in cui il personaggio del “non morto” introduce sé stesso con fascino e realismo psicologico: conoscenza consolidata, istinto primordiale e impeto rancoroso verso la figura umana.
La scrittrice non segue una cronologia e questa metodica colpisce il lettore in un proseguo a sorpresa: esoterismo, magia, teologia in descrizioni mai scontate.

I componimenti a due voci li ho immaginati in flash back teatrale, rappresentati a luci basse con un'atmosfera gotica: ben amalgamati con la chiusa del libro. Jessica ScarlettRose non lascia nulla al caso e ci regala, alla fine del componimento, un breve racconto che ammaglia il lettore con una visione che difficilmente potrà dimenticare. Ci farà conoscere il seguito?
Concludo consigliando vivamente la lettura non solo agli amanti di poesia, ma del noir, gotico, romantico e fantasy.

 ***La mia analisi è stimata sulla base dell'esperienza personale come poeta, nonché come giurata in concorsi letterari dedicati alla poesia.

Giuliana Guzzon

giovedì 28 aprile 2016

Buongiorno a tutti!

IL CACCIATORE DI LIBELLULE
Romanzo thriller

VI REGALA... (solo per 3 giorni)


FREE FREE FREE
PER TUTTI I LETTORI

"LITTERAS  MALUS"
Un racconto Thriller/Paranormal




venerdì 15 aprile 2016

IL CACCIATORE DI LIBELLULE  
romanzo thriller
Buongiorno a tutti 
°°°°°°°°°°ATTENZIONE°°°°°°°°
24 ORE DI PROMOZIONE SU TUTTI GLI STORE

EBOOK CENT 0.99



(***) La sua capacità di trarre in inganno era di gran lunga superiore a quella della mantide religiosa: come lei, nascondeva la sua ferocia sotto un pacato atteggiamento. Aveva un concetto di violenza romantico ma, che in realtà si traduceva in sangue, ossa, decomposizione e polvere.


(***) Il fiotto di sangue dell’arteria schizzò sul pavimento e verso il soffitto formando un arco.

Il respiro le si strozzò in gola con lo sforzo di deglutire.
Lui vibrò un altro colpo, questa volta dal basso verso l'alto. 

Lei si portò le mani al torace in parte aperto, mentre le sue gambe cedevano. Crollò a terra; lottando inutilmente per prendere respiro. La vista iniziò a confondersi e cominciò a sentire un inizio di intorpidimento.



sabato 9 aprile 2016



04 APRILE - 16 APRILE ORE 12.00 
EVENTO PROMOZIONE SPECIALE
partecipare è semplicissimo e si VINCONO 3 COPIE CARTACEE AUTOGRAFATE!!!!!!!!!

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AUTOGRAFATE.




mercoledì 16 marzo 2016

Recensione di: “Il cacciatore di libellule” di Giuliana Guzzon

BBuongiorno Notters!
Oggi giornata di recensioni e, per iniziare col botto, vi racconto il libro che mi ha tenuto compagnia questa settimana (e che mi ha tenuta sveglia tutta la settimana!):
Il cacciatore di libellule” di Giuliana Guzzon.
Vi piace il brivido? Amate Quell’attimo di puro terrore in cui l’adrenalina va a mille?
Se la vostra risposta a queste domande è sì, non esitate nemmeno un istante e venite a scoprire con noi di Notting Hill questo libro, se la risposta dovesse essere no…
Non esitate lo stesso! ;)


Clicca il link per leggere la recensione completa!

http://nottinghillbooks.com/2016/03/15/recensione-di-il-cacciatore-di-libellule-di-giuliana-guzzon/





RECENSIONE***ATTENZIONE, POSSIBILI SPOILER***
Chi ha già visto il film “Nella mente del serial killer”, forse potrà capire quello che mi ha lasciato questo libro di Giuliana Guzzon.
Chi invece non l’ha visto…
Beh, non importa, leggete
Il cacciatore di libellule” e vi ritroverete immediatamente spettatori di una storia cruda e sconvolgente; nella storia personale di una mente perversa, pericolosa, irrazionale.
Vi ritroverete improvvisamente catapultati al cinema, seduti in prima fila su quelle sedie tanto scomode, con un cartone di pop corn in mano e il cuore in gola.
Sì, perché quello che leggerete, imbattendovi in questo libro, vi sconvolgerà.
EDNA


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lunedì 8 febbraio 2016



DONATO CARRISI è uno scrittore, sceneggiatore e giornalista italiano, vincitore del Premio Bancarella nel 2009. In Francia riceve il Prix Polar 2010 e il Prix Livre de Poche 2011.
Perché vi parlo di lui?
Ho trascorso tre ore stasera in sua compagnia e scambiato i nostri libri.
Una persona carismatica e al contempo semplice e divertente, un grande oratore con una capacità coinvolgente.
Il più importante romanziere thriller italiano, conosciuto e tradotto in tutto il mondo.
Grazie Donato per il tempo che mi hai dedicato e l'interesse dimostrato per il mio romanzo
Buona lettura!!!

giovedì 24 settembre 2015


IL CACCIATORE DI LIBELLULE - Romanzo thriller - Booktrailer 

Un ritmo incalzante si sviluppa in scenari temporali e geografici diversi, stimolando a una logica che s'intreccia con la follia.

Tanti tasselli, tanti colori che scorrono, s'inseguono, s'intersecano, si scambiano di posto, con una trama che attanaglia il lettore.
Ami la tensione? L'adrenalina?
Il brivido?
Allora non puoi fare a meno di leggerlo.

Gabriel Larsen è un antropologo molto legato al suo lavoro.Nella sua Firenze continua a tormentarsi sui reperti rinvenuti in uno scavo effettuato in Africa.Sente di dover dare una spiegazione a ciò che sembra apparentemente inspiegabile.La scoperta del corpo mutilato di una ragazza a Malindi fa da propulsore a una spirale di omicidi.Toccherà alla profiler Doris, al patologo Steven e al tenente Robert addentrarsi in uno dei peggiori incubi lastricato di ossa.L’unica prova che si tratti di un serial killer è la presenza di ali di libellula inserite negli occhi dei cadaveri. Questa la sua firma. Ma qual è il significato? Chi conosce il suo segreto?Il killer è rapido, veloce e non perde mai il controllo: segue i meandri oscuri della perversione umana ossessionato dalla poesia e la musica.Una sola certezza; ucciderà ancora.

Giuliana Guzzon

domenica 20 settembre 2015

Buongiorno a tutti è con grande felicità e piacere che vi annuncio la pubblicazione del mio romanzo THRILLER in tutti gli store.
Condividere questa notizia con voi per me è fonte di grande gioia.Per questo difficilissimo traguardo che, in teoria è un inizio, voglio ringraziare Francesca Pace , ragazza insostituibile e fantastica e Francesca Costantino che ha una vivacità incredibile, ringrazio entrambe per il sostegno e i preziosi consigli.Se avete domande o proposte per aiutarmi nella crescita di questo inizio, nella promozione per me sconosciuta, vi ringrazio tantissimo!Per il momento è disponibile in formato ebook, ma è in fase di pubblicazione anche il cartaceo in tutti gli store.



AVVISO PER I BLOGGERS: chi è INTERESSATO A PRESENTARMI nel suo blog con intervista o recensione mi contatti in privato, naturalmente file free del libro ;)    



La stanza era buia e scura, illuminata solo da una luce rossa.
Sul muro milioni di libellule creavano la musica.
Miriadi di libellule.
Nella sua mano frenetico il coltello andava su e giù fendendo l’aria.
La musica era dentro di lui.
Pulsava.
Lo divorava.




Chi vuole contribuire alla mia crescita può farlo entrando nella pagina ufficiale e lasciare un semplice "mi piace" grazie a tutti!



LINK ACQUISTO




venerdì 7 agosto 2015


RECENSIONE – Il diario intimo di Filippina de Sales marchesa di Cavour di Piera Rossotti Pogliano


Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 443 KB
Lunghezza stampa: 280
Editore: Edizioni Esordienti E-book (7 aprile 2012)
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-025-2
Prezzo: € 4,99
Formato: Formato Cartaceo
ISBN: 978-88-6690-040-5
Numero pagine: 245 pagine
Prezzo: € 16.00

Sinossi
Il punto di partenza di Diario Intimo è stato la ricerca storica, ed in particolare la ricerca della risposta alla domanda: si può parlare di un Piemonte giacobino e napoleonico? In fondo, si tratta di un periodo talmente breve, soltanto un quindicennio, che forse è esagerato considerare tanto importante.
A mano a mano che approfondivo l’argomento, che mi perdevo tra ricerche d’archivio e contributi di studiosi di grande rilievo, mi rendevo conto che non sarei mai riuscita a trovare una risposta assoluta. L’unica possibilità era dare una risposta “parziale”, cioè guardare quel periodo attraverso gli occhi di un personaggio che me lo potesse far comprendere meglio.

domenica 7 giugno 2015

RECENSIONE Il giorno dei morti di Filippo Semplici


  • Formato: Formato Kindle
  • Dimensioni file: 189 KB
  • Lunghezza stampa: 93
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (13 aprile 2012)
  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-041-2

Sinossi

Marcialla è un piccolo borgo della campagna toscana, ridente nella bella stagione, ma che conosce i suoi momenti di nebbia umida e gelida, durante l’inverno. La gente è semplice, si esprime in stretto dialetto toscano ma, soprattutto, è molto gelosa della sua identità e della sua peculiarità, insomma, Marcialla “fa paese a conto suo”, e gli estranei non sono molto ben accetti.

domenica 10 maggio 2015


RECENSIONE "LA CENTUNESIMA INFELICE" 
DI NICOLETTA PARIGINI



  • Formato: Formato Kindle
  • Dimensioni file: 1047 KB
  • Lunghezza stampa: 202
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (17 gennaio 2015)
  • Venduto daAmazon Media EU S.à r.l.
  • LinguaItaliano
  • ISBN978-88-6690-222-5
  • Prezzo: € 4,99
  • Formato: Formato Cartaceo
  • ISBN978-88-6690-234-8
  • Numero pagine: 336
  • Prezzo: € 15.00

SINOSSI

Quante persone vivono, o sono vissute, a Venezia? Quanti, che vi hanno abitato in passato, sono ancora lì, camminatori instancabili, presenze in genere silenziose e ignote… a meno che non incontrino qualcuno che riesca a percepirli o a cui possano apparire in sogno.
Nell’attesa di transitare definitivamente nell’aldilà, le anime di coloro che hanno amato troppo la vita, che hanno lasciato qualcosa di incompiuto, o che hanno timore di ciò che li attende, vagano per le calli e, talvolta, interferiscono con il mondo dei viventi.

Quadro dipinto su vetro da Giulia

SONO PERICOLOSE IN CASO D'URTO ?


Il fatto che la vetrata sia un mosaico di tessere di vetro la rende più resistente alla rottura, perché più elastica.
Le tessere sono generalmente piccole, lo stagno che le contorna non ne permette la caduta in caso d'urto.


Laboratorio Vetro in Arte - Stresa

Non sarà troppo da chiesa?


Spesso si teme che inserendo un vetro artistico nel proprio appartamento, l'abitazione prenda i connotati di una cattedrale.
Questo sicuramente perché le vetrate sono state utilizzate moltissimo nelle chiese e lo sono ancora. Addirittura si parla di vetrata cattedrale, mentre sarebbe più corretto dire "vetro cattedrale".
L'utilizzo delle vetrate nelle cattedrali nordiche era necessario, sia per raccogliere più luce possibile, sia per diminuire il peso che le fondamenta dovevano sorreggere.
Ma la collocazione nelle abitazioni private cambia il concetto d'uso, i disegni diventano più leggeri e sobri seguendo linee più armoniche in sintonia con l'arredamento.

LA LAVORAZIONE TIFFANY

"Tiffany" è una particolare tecnica creata da Louis Confort Tiffany, pittore e vetraio fra i principali esponenti dell'Art Noveau di fine ottocento.

Questa tecnica consiste nel tagliare forme di vetro ( anche di piccole dimensioni ) molarle con l'uso di una mola ad acqua e nastrarle con una sottile lamina di rame od ottone cosparsa di colla di pesce per farla aderire al vetro.

Unendo i pezzi come un puzzle si compone il lavoro definitivo che verrà saldato con una lega di stagno, argento e piombo.

La saldatura può essere brunita ( anticata ) con speciali acidi ossidanti che creano un effetto molto simile alle vetrate a piombo medievali.

E' una lavorazione molto "fine" con cui si ottengono risultati accurati e armoniosi, non raggiungibili con il piombo classico.

Giulia



Tutta la pubblicazione successiva fa parte della mia Tesi conclusiva della Scuola d'Arte frequentata. 1996.

STORIA DEL VETRO

In Europa nel primo medioevo le botteghe dei maestri vetrai sorgevano in località situate vicino a grandi foreste dalle quali traevano il combustibile necessario per fondere il materiale, soprattutto le felci, una volta incenerite davano origine alla potassa necessaria per la formazione del vetro.


Per questo la varietà tedesca di vetro in quel tempo (fra il verde ed il giallo-bruno) fu chiamata “vetro di foresta” mentre quella francese prese il nome di “vetro di felce”.


Nell'Asia Minore e in Egitto, intanto il livello dell'arte vetraria restava altissimo, vasi, bottiglie, coppe, piatti erano formati seguendo un sistema molto simile a quello che doveva far diventare poi famosa nel mondo l'arte dei vetri muranesi (quando il vetro era in stato di fusione si dava all'oggetto la forma desiderata usando delle lunghe pinze).


La decorazione veniva eseguita in un secondo momento applicando filamenti di vetro dello stesso colore o contrastante oppure si utilizzava la tecnica dell'intaglio; già nota da secoli sia a Roma che in Asia Minore.


L'arte islamica del vetro favoriva una grandissima utilizzazione del colore a scopo decorativo.

Il sistema usato era questo:
Smalti composti da materiali colorati a punto di fusione bassa, venivano stesi in uno o più strati sull'oggetto da decorare e poi fissati mediante una seconda cottura in forno (come ancora si fa oggi).


Considerevoli, tra i tanti oggetti che ci sono giunti intatti, sono alcune grandi lampade destinate ad illuminare le moschee, decorate con versetti del Corano datati fra il XII e il XIV secolo.


Il fatto che venivano sistemate molto alte sul soffitto, lontane dalle mani di chiunque, ha favorito la loro conservazione attraverso tanti secoli.
Giulia - (continua)




LE VETRATE DIPINTE

In Oriente, fra il X e il XIII secolo, si afferma un ramo particolare della vetreria, prima quello che riguarda le vetrate dipinte ed applicate sulle lunghissime e strette finestre e sui rosoni delle grandi chiese romaniche e poi su quelle gotiche.

Rapidamente la vetrata policroma istoriata con particolari della vita o dei miracoli di personaggi e santi si diffuse in tutta l'Europa attraverso gli ordini religiosi, in modo particolare attraverso i Benedettini che la usarono per tutte le loro chiese ed abbazie chiamando alcune volte illustri pittori per collaborare con i maestri vetrai per la realizzazione di opere stupende.
Fra le vetrate di chiese antiche, vi ricordo quelle della Cattedrale di Poitiers in Francia; risalgono al 1165 D.C. Circa.
Giulia - (continua)


Cattedrale gotica di Exeter Cornovaglia.

CHE COSA E' IL VETRO

In senso teorico è un materiale solido, amorfo (privo di forma), trasparente, ottenuto ad alta temperatura (1200/1500 C° - 1700 vetri speciali) un miscuglio di sabbia silicea e due basi, di cui una deve essere alcalina (viene impiegata soda) e l'altra un alcare terrosa (si impiega un calcare che deponendolo nel forno dà ossido di calcio e libera anidride carbonica) o un ossido di metallo pesante (piombo o zinco) e si lascia poi solidificare lentamente la massa liquida ottenuta.

A questi tre componenti essenziali vengono poi amalgamate altre sostanze con funzioni di fondenti, stabilizzanti, ossidanti, ecc.

Molto importante è anche la decolorazione del vetro che data la presenza inevitabile di alcuni sali ferrosi, si presenterebbe verdastra, (vedi le bottiglie che si usavano un tempo per imbottigliare il vino) si ripara a questo aggiungendo del biossido di manganese (comunemente chiamato sapone dei vetrai) che ossidando elimina l'inconveniente.

Il vetro così definito è detto vetro comune o vetro solido calcico. La sua composizione è molto variabile ma in media rappresentabile come segue:

SI -02=75% = NA 2 0=15% = CAO =10%

Oggi si producono almeno un migliaio di vetri diversi, destinati agli usi più disparati. Ne cito alcuni che più frequentemente si incontrano nelle applicazioni correnti.

IL VETRO CRISTALLO è un vetro di notevole brillantezza e trasparenza, nella sua lavorazione si impiegano ossidi di piombo e di potassio.

IL PIREX è un vetro borosilicato, particolarmente apprezzato per la sua resistenza meccanica e di calore.

IL VETRO DI JENA è di qualità particolarmente controllata, è un vetro contenente ossidi di zinco, bario e manganese ed è molto adatto alla fabbricazione di strumenti scientifici.

IL VETRO OPALINO è ottenuto realizzando una sospensione di piccole particelle nella massa base; poiché le particelle hanno un indice di rifrazione diverso da quello della matrice vetrosa, la luce viene diffusa e si ottiene un aspetto lattescente.

Giulia - (continua)



PRODUZIONE DEL VETRO FUSIONE

I fori per la fusione del vetro sono di due tipi, continui a bacino per grandi produzioni o discontinui a crugiolo per produzioni non rilevanti o a carattere qualitativo, normalmente essi sono riscaldati bruciando dei gas.

La fabbricazione degli oggetti in vetro può essere fatta a caldo (caso più frequente) o a freddo.

La lavorazione a caldo si effettua sulla massa vetrosa uscente dai forni e può essere automatica (riduzione in continuo di lastre, tubi, ecc.) o manuale, quest'ultima è oggi relativa a produzioni a carattere artistico o su scala artigianale.

L'operatore preleva sulla punta di un tubo una porzione di vetro fuso semiraffreddato e soffiando nel tubo aiutandosi con speciali utensili o stampi, provvede a formare uno per uno gli oggetti.

Sempre a caldo il vetro può essere stampato per ottenere oggetti come bicchieri, vasellami e simili. Gli oggetti in vetro lavorati a caldo devono essere cotti di nuovo per eliminare le tensioni interne che si creano nella massa per effetto del raffreddamento. L'artigiano si avvale in seguito delle tecniche di molatura e smerigliatura.

VETRO CEMENTO materiale composito ottenuto annegando nel calcestruzzo delle formelle di vetro; in tal modo si ottengono delle lastre impiegabili per lucernai, divisori, ecc. Può divenire addirittura strutturale nell'edilizia una volta armato.

VETRO ORGANICO termine corrente, ma estremamente improprio con il quale vengono indicate alcune resine (acriliche e viniliche) con le quali è possibile colare lastre o stampare oggetti di vario genere di aspetto molto simile ai prodotti in vetro vero.

Giulia - (continua)



Vetrofusione

LA MEMORIA DEGLI OGGETTI

Degli oggetti d'uso comune pochi sono giunti intatti sino a noi.

Possiamo però avere un'idea delle forme più in uso osservando le miniature, i dipinti, gli affreschi che venivano rappresentati con ricchi dettagli.

Così sappiamo che in epoca merovingia in Francia erano di moda le coppe fornite di piede, certe bottiglie dal collo molto lungo e dal corpo rotondeggiante, bicchieri conici ma con fondo piatto; in Germania nello stesso periodo si fabbricavano bicchieri conici con base molto stretta e decorazioni applicate a forma di piccole gocce.

Numerosi sono i trattati scritti sull'arte datati all'età medioevale, tutti interessanti per lo studio delle tecniche usate e la storia del costume.

Anche per l'età gotica sono pochi gli oggetti che possiamo studiare, numerose sono però le fonti iconografiche alle quali attingere.

In Francia grandi centri di produzione sorgevano in Lorena, in Normandia, in Provenza, presso i Pirenei, mentre l'arte vetraria assumeva una sua altissima dignità e grande amore tanto da assicurare a quanti la praticavano con particolare maestria il titolo nobiliare di "gentil homme verrier".

Giulia - (continua)


ARTE A VENEZIA

Un grande avversario si presentò all’orizzonte dei maestri vetrai francesi agli albori del Rinascimento; l’Italia.

Questa volta però non erano gli artigiani di Roma che si affacciavano alla storia dell’arte ma quelli fino allora quasi sconosciuti di una città giovane, sorta come per incanto sulle sponde dell’Adriatico; Venezia.


A Venezia erano affluiti nel corso del medioevo maestri vetrai e mosaicisti dell’Asia Minore, con l’incarico di fare della città una delle meraviglie del mondo.

Molti avevano lavorato per un certo periodo e poi erano tornati in patria, ma molti altri avevano preso dimora

stabile aprendo botteghe frequentate da allievi volenterosi, intelligenti e amanti del bello.

Non tardarono a diventare più abili dei loro insegnanti in tutte le arti decorative.


Costretti a rifugiarsi nell’isola di Murano a causa degli incendi violenti che spesso divampavano nei quartieri cittadini in cui avevano aperto le loro fornaci e botteghe.

Orientali prima e veneziani dopo, fecero dell’isola uno dei centri più splendidi del mondo, da surclassare perfino le grandi scuole alessandrine e romane.


La Serenissima Repubblica veneta cercò a lungo di impedire che i segreti della lavorazione del vetro uscissero dallo stato, i maestri non potevano assolutamente andare a lavorare fuori dal loro territorio, pena gravissime sanzioni.

Ma, vi era sempre qualcuno che riusciva a eludere la stretta sorveglianza messa in atto alle frontiere.

Quindi i segreti muranesi diventarono di pubblico dominio per centinaia di allievi che accorrevano nelle botteghe che i maestri veneti aprivano in Europa; Inghilterra, Paesi Bassi, Liegi, Francia, Spagna e Portogallo.

Solo la Germania restò estranea a lungo a questo fenomeno per un motivo molto pratico, il vetro tedesco era di natura ben diversa da quello veneto perché veniva ricavato dalla potassa ottenuta con le ceneri del legno che abbondava in quelle regioni ricche di foreste, mentre la soda usata dai maestri muranesi proveniva dalle ceneri di piante marine, con l’aggiunta di piccole quantità di biossido di manganese che eliminava scorie e impurità, questo assicurava la limpidezza e una purezza eccezionale al prodotto.

Verso la fine del XVI secolo, un tedesco, Caspar LEHMANN, portò a splendere l’arte di intagliare il vetro nel suo paese, spingendo i suoi connazionali a cercare una qualità di vetro più pura e più limpida.

Nel XVII secolo fiorirono in Germania scuole ad altissimo livello; foggiavano degli stupendi oggetti in gara con la nostra Murano e il veneto in genere.


Giulia (continua)



IL GOTICO FRANCESE

Chartres, Parigi, Reims, Laon, Amiens, Rouen, Bayeux, Evreux, sono le otto Cattedrali gotiche francesi, dedicate a Notre-Dame, la Vergine Santa e tutte costruite verso il 1130.

Congiungendo i punti delle città dove sono state costruite, si traccia sulla mappa il disegno della costellazione della Vergine ( Segno zodiacale ).

Si dice che nel 1118 nove cavalieri francesi

Partirono per Gerusalemme; non erano crociati, né pellegrini e nemmeno monaci.

Davanti al re di Gerusalemme, Baldovino II fecero voto di povertà, castità e obbedienza.

La loro missione era segreta.

In loco i cavalieri si misero a guardia del luogo su cui era sorto il tempio di Re Salomone.

Furono detti cavalieri del tempio o templari.

Ma da chi furono inviati a Gerusalemme? E perché?

I Templari dovevano scoprire una legge più misteriosa e segreta, non proclamata, ma che deteneva la saggezza e la potenza.

Possedere queste Tavole significava avere conoscenza delle norme, delle misure e dei numeri che regolavano il mondo.

Le Antiche Scritture parlano in più punti di questa Tavola della Legge che Mosè custodì e nascose e che Salomone il re della saggezza ebbe la fortuna di possedere nel proprio tempio.

I Templari tentarono di ritrovarle.

Papi, Re, Imperatori avevano organizzato diverse battute in Terra Santa, in Persia, in India e persino in Cina.

Lo stesso Luigi Re di Francia inviò esploratori in Abissinia.

Ma tutti fallirono.

Anche i Templari?

La loro missione era segreta e segreto è rimasto l’esito.

Nessuno ha le prove che i Templari abbiano trovato le Tavole delle Leggi.

Però un dubbio esiste, perché, dieci anni dopo, nel 1128, ritornarono in Francia, si presentarono al Concilio di Troyes e chiesero di entrare nell’ordine religioso.

Due anni dopo iniziarono le costruzioni delle Cattedrali Gotiche.

Ancora non si spiega perché proprio a Chartres, piccolo villaggio di cinquemila contadini; fu il più ardito luogo di culto.

Inspiegabilmente contadini, pecorai e pastori si trasformarono in muratori, carpentieri e vetrai.

In queste Chiese vi sono migliaia di statue, di scene rappresentative, di dipinti in cui si racconta la storia dell’uomo, di Dio, di Gesù, dalla nascita alle sue glorie.

Ma non c’è una sola vetrata o una statua che raffiguri la crocefissione.

I Templari rifiutavano di ammettere che l’uomo crocifisso da Pilato fosse il loro vero Cristo.

La scienza tenta di dare una spiegazione.

Giulia (continua)


IL MISTERO DELLE CATTEDRALI

Forse quello era solo un posto dedicato alle preghiere.

O forse uomini primitivi e poi quelli pre-cristiani sapevano leggere nel cielo, orientarsi col sole e le stelle, forse con una sensibilità maggiore della nostra.

Guidati da un istinto cosmico “tenta di spiegare la scienza”.

Chartres e le altre cattedrali che ripetono il segno della vergine, sorgono dove i pagani veneravano una statua di legno che rappresentava una madre col bambino, questo era il culto della terra madre chiamata anche “la Vergine che partorirà”.

A Chartres i Druidi ne fecero il centro della loro religione prima ancora che fosse nato il cristianesimo e la venerazione della Vergine Nostra Signora, fu tramandata di secolo in secolo.

La statua era collegata nella cripta più sotterranea del tempio, pellegrini valicavano monti e paludi per pregarla.

L’età e il fumo delle ceneri l’annerì.

In seguito fu nominata “Vergine Nera”.

Quando i primi cristiani giunsero a Chartres, trovarono in quella grotta la prima Vergine col Bambino, conservarono statua e cripta e sopra vi eressero un tempio cristiano.

Scendendo nella grotta pagana abbiamo 37 mt. di profondità e 37 mt. è anche la volta eretta sopra il pozzo druido.

Nei portali della cattedrale vi è una scultura che riproduce il modello della Vergine Nera e lo stesso su una vetrata.

I costruttori di queste cattedrali si tramandavano da generazione in generazione i segreti delle soluzioni tecniche, l’armonia, la scienza dei calcoli impossibili, per imbrigliare spinte e controspinte, ogive, archi e volte.

Gli architetti che costruirono quelle opere, parevano possedere un segreto e una scienza che non erano dell’occidente.

Per realizzare una volta gotica dovettero inventare una geometria che permettesse, su un semplice disegno, le interpretazioni dei volumi e dei vuoti, l’accordo di spinte e di resistenze.

I muratori, i vetrai, gli scalpellini che eseguirono le opere erano maestri e venivano raggruppati in confraternite perché da loro non trapelasse nessun segreto.

In ogni cattedrale vi era un numero magico.

Scienziati moderni hanno cercato di scoprirlo con calcoli trigonometrici.

Si è trovato che Chartres (37 mt. lunghezza del coro e 14 di larghezza, la volta è alta 37 mt. la navata è lunga 74 mt.) ha tutti numeri che sono multipli di 0,37 e questo numero è esattamente la centomillesima parte del grado del parallelo che passa per la città di Chartres.

REIMS

E’ situata 49 gradi di latitudine nord con un grado di parallelo di 71 Km, l’unità di misura è di 1.42, la lunghezza della Cattedrale di Reims è di 142 mt, cioè il doppio di 71, il suo multiplo.

AMIENS

E’ A 49,51 di latitudine, parallelo di 70 Km, ebbene l’altezza della volta è di 70 volte 0,70 mt e la lunghezza dei transetti di 70 mt.

I costruttori di quelle cattedrali conoscevano a tal punto il globo terrestre da poter scegliere la misura più idonea dei loro monumenti in modo da rispettare un’armonia tra leggi matematiche, geografiche e astronomiche?

Da dove proveniva quella loro scienza?

La Vergine Nera delle vetrate di Chartres la chiamavano Sant’Anna che tiene in braccio la Vergine Bambina, Anna ha il volto nero e tre gigli bianchi a 5 punte.

Il nero e il bianco simboleggiano il passaggio dalla putrefazione della materia alla rinascita, mentre il numero 5 dei petali è il simbolo della donna; ma Anna come madre della madre è anche il simbolo della madre terra.

Il rosone formato da 8 fiori con 8 petali, l’otto (disposto orizzontalmente) Infinito-Eternità.

La rotazione delle rose simboleggia il passaggio dello stato di imperfezione materiale a quello di completezza spirituale.

I colori dei vetri nascondono un linguaggio.

Il nero è il disordine.

Il bianco la purezza.

Il rosso la perfezione.

La loro disposizione simboleggia il passaggio dell’uomo dalla materia alla perfezione.

I rosoni delle Cattedrali gotiche rappresentano il “viaggio” dell’uomo verso la trasformazione, la ricerca di una nuova identità.

Colori, figure, disegni, hanno un loro segreto intimo che i vetrai avevano appreso dagli alchimisti orientali, che a loro volta avevano imparato da popoli e culture millenarie.

Ancora qualche colore di rito.

IL NERO le tenebre, l’assenza della luce, la morte dell’uomo, il colore del caos dove tutto è confuso.

IL BIANCO come l’alba segue la notte, la luce dopo le tenebre, il colore della purezza e dell’innocenza.

IL GIALLO colore della trasformazione.

IL ROSSO colore del fuoco che brucia la materia.

Basta fissarli intensamente, quando la luce del sole li accende, perché una strana magia li metta in movimento.

E’ facile suggestione essere trasportati.

Sul pavimento delle cattedrali gotiche è rappresentato un labirinto.

Per i pellegrini che lo percorrevano sostituiva il pellegrinaggio in Terra Santa, ma significa anche il cammino dell’uomo verso la salvezza, non è un vero labirinto, ma un percorso obbligatorio segnato da cubetti di marmo blu e bianco.

Questi percorsi venivano nel passato guidati dallo stesso Vescovo a piedi nudi nel periodo di maggiori tensioni di correnti magnetiche (famosi girotondi di Pasqua).

Questo non per penitenza, ma perché il contatto con la Terra percorsa dalle correnti benefiche fosse più diretto.

Queste specie di danze finivano sempre al centro del labirinto, lì dove l’uomo cadeva stremato, ma anche trasformato.

E tante volte gli ammalati si rialzavano guariti nel corpo e sempre nello spirito.

Giulia (continua).


Madonna Nera di Chartres
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