IL REGNO DI MEZZO
Quella sera Giulia rientrò a casa con lo spirito agitato, nella testa fremeva e bussava l'onda dell'immaginazione, corse allo scrittoio; tanti fogli di bianco sporco e nera china.
Alcuni libri con bordi mangiucchiati, altri come nuovi, rinchiusi da solidi legami.
Una sola penna d’oca accanto un libro, distesa tranquilla su un foglio, senza inchiostro, senza anima, senza sete.
Lì Giulia danzava al ritmo della natura, delle sue sensazioni, cosparsa di piume che si innalzavano coprendola in un cerchio di calma e di quiete.
Le boccette di inchiostro notturno colorato e i cassetti senza corpo né tempo.
Un vaso blu.
Una rosa, una candela, una fotografia.
Una fotografia ingiallita, bruciacchiata.
Un’immagine persa nei ricordi.
Una piccola luce soffusa intorno, congiunta con il buio.
Giulia sorrideva, sapeva che quella danza in cui luce ed ombra si corteggiano poteva diluire o annichilire lo spazio e con un piccolo aiuto poteva creare un intero universo.
La luce della lampada che colpiva le pagine di carta accarezzava il legno duro del tavolo ed illuminava il volto di Giulia di una luce innaturale.
Gli occhi premevano ed attraversavano il foglio intenzionati a compiere un incantesimo come a voler materializzare quanto stava scrivendo; pensava al tempo in cui Elfi e Fate camminavano sulla terra ed i bardi ed i cantori ne narravano l'esistenza.
Essi cantavano raccontando alla folla la magia e l'incanto ed ecco che prendevano vita leggende e miti.
Gli Elfi della luce vivevano nell'aria ed erano creature buone e felici, di una bellezza affascinante, pelle avorio chiara come la luna, adottavano un albero e vivevano all'interno del suo tronco tanto da diventarne tutt'uno e combattevano contro gli Elfi delle tenebre che dominavano il sottosuolo, loro vivevano in grotte scavate nella terra o nella pietra, a volte assumevano sembianze di animali, erano rugosi con folti capelli e barbe nere ed avevano influssi malefici.
Le Fate erano creature delicate con il potere di predire il futuro, erano le principesse dei boschi, delle acque e di tutto il regno naturale, riparavano i torti, le offese e conferivano doni speciali, avevano un carattere mutevole, potevano essere anche maligne e vendicative, erano rese ancora più letali dall'aspetto bellissimo e la vendetta di uno spirito in collera era terribile, col tempo quest'ultime presero il nome di streghe.
Il mondo era composto da incanti ed incantesimi, loro rappresentavano il potere magico con valori ben lontani da quelli del genere umano.
Le Fate erano dotate di un'estrema forma di creatività ed arano attratte da istanti di grande commozione per questo si avvicinavano solo a uomini e donne speciali.
Queste creature magiche vivevano in posti fantastici; isole, foreste, oceani, mari, laghi e fiumi.
Non si poteva invadere e dissacrare i luoghi scelti da loro per vivere.
E Giulia raccontava...
Quando Giulia scriveva la sua antica consapevolezza le destava strani tremori lungo la schiena e su per le braccia fino alla bocca, poteva assaporare quello stesso gusto che alcuni scrivani provavano nel trascrivere antichi manoscritti di storie perdute.
Quella sera stava correndo per le vie di quel suo mondo perduto, respirando come un cavallo selvaggio che dilatava gli spazi del naso per inspirare più aria durante la corsa, con il cuore bisognoso d'ossigeno, accecata da una grande pioggia di luce di un mondo ancora intatto.
La luce si fece più grande e si avvicinò.
“Chi sei?”.
“Sono una luce”.
“Sei solo una luce?”.
“Solo una luce!? Nel mondo in cui vivi di luce vera non se ne vede molta!”.
La luce cambiò colore.
“A volte l'apparenza può essere incanto o realtà, quanto, non è dato a voi umani di sapere...”.
“Noi possiamo irradiare una luminosità intensa, i nostri corpi fluidi si possono dissolvere in luce...”.
Silenzio.
“Dunque tu sei quella luce?” chiese Giulia bisbigliando.
“Esatto!”.
“E saresti in grado di...” non riuscì a finire la frase, la luce scomparve e tutto precipitò all'improvviso nel buio più nero.
A poco a poco dal buio emerse un paesaggio magnifico di colore smeraldo e mentre l'oscurità si dissipava tutto appariva come una pagina girata di un vecchio libro, una nuova pagina, verde e sconfinata.
Un grande fiume scorreva placido nel suo letto e alte montagne innevate si stagliavano all'orizzonte.
In cielo si rincorrevano piccole nuvole bianche come colombe, ampi alari di cobalto tra poche nubi.
Nuovamente la luce investì Giulia, la prese e l'avvolse in sé in un secondo; serenità e pace.
Tutte le cose ti parleranno Giulia e potrai sentire e vedere.
“Le Fate sono qui...”.
“Ascolta...”.
...DO RE MI FA SOL …
“Nel cuore scorrono i nostri desideri incantati e i nostri volti sono simili alle piogge cristalline, attingiamo dalle cascate e dai ruscelli le nostre magiche bevande e ne dileggiamo i poteri donando rossori dolci ed amari all'Amore.
La notte danziamo in cerchio con le chiavi della magia e le pietre della luna tra le mani, ci confondiamo con il fiato del buio tenendo le nostre dita intrecciate, la nostra danza è agile e leggera tra le ghirlande ed i flutti, è sensuale e delicata come il frullio delle ali degli uccelli e al mattino le nostre lacrime si tramutano in rugiada.
Al nascere del giorno rivestiamo di luce i dirupi e le pianure, innalziamo altari nei sottoboschi e all'ombra dei fiori, facendo vibrare tutti i riflessi con le nostre risate.
Quando arriva l'alba nascondiamo i sogni alla notte con il pallore delle mani.
Le nostre mani sono lunghe ed affusolate e sfiorano con il tocco un bacio dipingendolo su ogni sorriso.
Lo dipingiamo sul volto delle note sussurrate ai muti spettatori del creato.
Le nostre note sono come le farfalle.
Non svegliare mai le farfalle Giulia.
Portiamo veli leggeri e i nostri richiami sono impareggiabili, nessuno può resistere.
Nelle sere senza vento quando tremola la luna sul fiume, partiamo a cavallo d'ipogrifi alati, sciogliamo loro le briglie volando oltre la raduna nel mondo degli uomini, entriamo nelle case, raggiungiamo i sorrisi dei bambini con le nostre parole magiche di fiabe e rospi e le nostre bacchette di cristallo conducono il sonno dei piccoli di luce in luce.
Ricordalo Giulia...
Non è un sogno...”.
Poi fu nuovamente il buio più assoluto.
Giulia si stropicciò gli occhi.
La luce era flebile ed illuminava il foglio ancora bianco.
“Si può morire di nostalgia struggendosi alla ricerca inutile di qualcosa che non esiste, si può impiegare il resto della vita.
Si può arrivare sul filo dell’orizzonte, alla svolta di un sentiero, all’ultimo albero di un bosco ed immaginare le risate delle creature fatate confuse con il canto melodioso degli uccelli.
La nostra anima non avrebbe più quiete, dopo aver visto questo mondo.
Se la sensibilità vi condurrà alla sua luce… scegliete il cuore… le Fate non perdonerebbero mai una scelta priva d’amore.
Nel vostro cuore vi è l'ultimo rifugio del regno delle Fate”.
(Dal Regno Fatato di Giulia)