Translate

giovedì 24 novembre 2011



UN FASCINO OSCURO INTIMO E PROFONDO

Si diceva che l'autunno era una stagione fredda e triste, ma la sua magia vitale faceva arrossire i colori della terra.
Cromature calde di foglie e riccioli di castani.
Il rosso e l'oro con le loro pennellate mosse dal vento si erano impossessati di ogni rito policromico.

Ero una fanciulla che queste cose le aveva sempre sentite, fin da quando aveva pochi anni.
Provavo piacere ed euforia nel tuffarmi sui cumuli di foglie morte.
Amavo osservare i gatti che correvano nella nebbia come ombre silenziose.
Avevo la fortuna di essere immersa in una natura dolce e bellissima.

La gente del luogo conservava ancora sepolto in qualche angolo di memoria credenze di forze nascoste.
Io avevo una cantilena in testa e il segreto di una voce.

Undici venerabili Padri sedevano in cerchio nella sala gotica della basilica.
Le poltrone in legno scolpito erano rivestite di velluto viola.
Tutte contro il muro.

Il pavimento di granito verde su cui ero accasciata era illuminato da cento candele accese, la luce si diffondeva verso il basso, lasciando che la penombra ingoiasse la parte superiore; le ombre salivano verso l'alto.
Ero incapace di rialzarmi; i segni delle torture erano ancora aperti.
Le mie dita accarezzavano flauti di tristezza.

Bocche di ferite sopite con un gesto – gementi!
Solenne ossessione... nera magia.
Note verticali come accordi nelle gole
di canne d'organo da gotiche altezze gravanti.

La luna si sporgeva dal rosone centrale della facciata in pietra, aveva un sorriso che nascondeva il lato oscuro; il vetro colorato era spesso, composto con una miscela alchemica che per credenza aveva il potere di tenere il male al di fuori della cattedrale.

In piedi, al centro della stanza, il Papa Rosso grande inquisitore e ferreo uomo di fede, leggeva a voce alta il verbale dell'interrogazione.
I miei capelli lunghi, lisci e neri come la notte sfioravano le vesti lacerate.
Avevo diciott'anni e i miei occhi erano grandi e chiari come le acque cristalline.
Lo sguardo fisso non s'abbassava mai.
Puntavo or uno or l'altro con orgoglio.

Il cielo fuori squartava vomiti di nubi, schiacciando spiriti sotto un pesante torchio, il mare dalla rupe allargava il suo dominio su ogni creazione, divenendo scuro inchiostro.
La luce tornava nell'oblio mentre intorno ansimava il respiro.

L'inquisitore tese il dito a indicarmi.
Non aveva dubbi.
Io ero una strega!

Non confessai.
Con la tortura tutti confessano, prima o poi.
Io, no!
Non avevano la mia confessione, ma tutti mi volevano morta.

La notte era Sacrilega.
Regnava un desiderio di celebrazione; il richiamo del peccato.
Era un delirio di onnipotenza quello che l'inquisizione chiamava conoscenza.

Per non aver strappata la lingua alla radice
o essere smembrata sulla ruota.
Attendevo pallida e svuotata.
Con il cuore che bruciava.
Lasciando scorrere note sul pentagramma del fato.

Taceva sconfitto il senso.

Tu! Nominato giudice di Dio.
Nascondevi un segreto!
Il tuo voto di castità era secondario alla necessità di cacciare il maligno dal mio corpo.
Mi apristi le gambe e quando tutto fu finito, il seme di satana era freddo come il ghiaccio.
Era il tuo seme!
Non parlavo.
Non piangevo.

Mi avete trascinata in catene.
Il popolo ballava e rideva intorno alla pira accesa.

Per i peccati dei miei inquisitori
per cui bellezza suscitò timore
per le mie dita spezzate nella morsa
per tutte quelle streghe giustiziate
nell'impetuoso cerchio mio animale
respirerò liberamente tra le fiamme.

Quando il fuoco si alzò e mi avvolse, giurai di tornare.
Solo per te!
La clessidra del tempo si consumerà, non la potrai fermare.
La mia.
Non sarà vendetta.
Solo giustizia!


Giulia

34 commenti:

  1. un racconto molto avvincente che ci proietta in atmosfere tenebrose,corollate da immagini poetiche,grazie per questa emozione

    RispondiElimina
  2. Carissima Gabe,
    ormai avrai capito che é l'atmosfera in cui mi piace fluttuare...
    Con la scrittura posso essere chi voglio ed é bellissimo viaggiare con la fantasia...
    grazie del gradito commento
    buona serata
    Giulia

    RispondiElimina
  3. Penso che ai tempi dell'inquisizione sarei finita sul rogo pure io...
    Bel racconto.

    Un abbraccio e un sorriso

    RispondiElimina
  4. Racconto molto avvincente, cara Giulia.
    Bello e ...si, sai dipingere con le parole, non solo ilscenario, pure l'emozione.
    Mi piace questa storia...sa di ritorni karmici.
    Mi piace il finale dove traspare la fede nell'armonia dell'universo, nella giusstizia cosmica. Un abbraccio.

    RispondiElimina
  5. Cara Kylie,
    ci saremmo finite insieme!!!!
    Al giorno d'oggi non ci crede quasi nessuno ma le streghe ci sono... eccome!!!!
    Grazie!!!
    Un abbraccio
    Giulia

    RispondiElimina
  6. Cara Soledoro ti ringrazio per il bellissimo commento!
    Sono immagini e visioni; le storie si dipanano nella mia mente e si colorano, ho ancora la cantilena in testa e il segreto di una voce...:o))))
    buona giornata
    Giulia

    RispondiElimina
  7. Mi dispiace che ricordi ... Fortunatamente sono donna e non posso temere né la tua vendetta né la tua giustizia ...:))))
    Caccia alle streghe ... Inquisizione: Quanti orrori sono stati commessi nel nome di Dio!!!
    Proprio oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulla donna!!! Commemoriamo.
    Un abbraccio bravissima Giulia.
    Serena

    RispondiElimina
  8. Ti faccio i miei complimenti per i tuoi post. L'inquisizione è uno dei momenti più bui dell'umanità; quante persone sono finite sul rogo per l'ignoranza e la stupidità umana.
    Saluti a presto.

    RispondiElimina
  9. Ciao Giulia,un testo che travolge per la sua forza,viene rappresenta la convinzione per la risalita anche se non facile,nella prima parte riesco a vedere la fanciulla che brilla di pura energia e dopo viene trascinata nell'abisso di malvagi uomini senza credo e senza speranza...la parte centrale del testo è descritta in modo surreale con un impronta gotica anche se la realtà è stata quella nella storia,le tue parole mi hanno trasportato in quei luoghi odorosi di sangue e tendini lacerati e sogni urlanti delitti mai commessi dalle donne troppo avvenenti chiamate dalla madre impotente chiesa/setta STREGHE,un testo a mio avviso molto attuale che dimostra che la donna risorge..sempre.
    Buona serata.
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
  10. Racconto bello e drammatico,con radici profonde,purtroppo,nella realtà passata.

    RispondiElimina
  11. Periodi bui, Giulia...e tu hai saputo descriverli bene.

    RispondiElimina
  12. Giulia, è splendido questo testo , la luce rossa dell'autunno porta una cantilena del rosso delle fiamme, una giovane donna e una strega che ritorna dalla notet dei tempi in una maledizione senza fine. Affascinante.
    Bravissima . Un bacio e una carezza cara

    RispondiElimina
  13. Ciao giulia, sei riuscita a scendere meravigliosamente nell'interiorità di quelle "streghe" che un tempo il mondo degli uomini non capiva ed hai raccontato il loro vissuto nello stesso modo in cui lo avrebbero fatto loro, con la stessa intensità e con la stessa consapevolezza di essere di fronte a stolti signori dell'abuso che prima o poi avrebbero incontrato la vera giustizia!

    Serena giornata!

    RispondiElimina
  14. Rosone Colorato che al Bene non permette di entrare.
    Mi sono emozionata ed avvolta di flash back leggendo avidaMente.
    Grazie delle emozioni donate.

    RispondiElimina
  15. Cara Serena,
    nonostante le persecuzioni, i roghi e l'inquisizione, la chiesa catodica vive, non sto parlando di fede o Dio, ma di chiesa!!!
    Chi vuol interder...
    Grazie del commento
    Buona settimana
    Giulia

    RispondiElimina
  16. Hai detto bene Cavaliere Nero, "uno dei momenti più bui dell'umanità, in cui in nome di Dio era lecita ogni cosa... " Santa Romana Chiesa "!
    Grazie e Buona serata
    Giulia

    RispondiElimina
  17. Carissimo Achab,
    la luce della fanciulla viene spenta con violenza!
    Erano tempi in cui "rivelarsi", nei processi cruenti del cristianesimo, quindi l'essere strega,fusa dalla natura del piccolo e semplice al trascendente, era una condizione negativa che incuteva timore e terrore, il tutto nascosto da interessi personali che permettevano agli uomini di sfogare i loro più bassi istinti, protetti dal segno della croce. Oggi chi ha questa potente visione del vero mondo dietro l'apparenza, continua a nasconderla sotto il nero mantello.
    Questo scritto a memoria di tutte le donne!
    Grazie del bellissimo commento
    Un abbraccio
    Giulia

    RispondiElimina
  18. Caro Costantino,
    la realtà non è affatto passata se parliamo di violenza, pare che il libero arbitrio regni, ha cambiato la veste ma non lo spirito!
    Grazie del gradito commento
    Buona serata
    Giulia

    RispondiElimina
  19. Grazie cara Gianna, il buio determina anche la luce fortunatamente!
    Buona serata
    Giulia

    RispondiElimina
  20. Carissima Fel mi lusinghi!
    il rosso dell'autunno che arde alla fiamma del rogo è una bellissima immagine, il ritorno nella notte senza fine spiana lo sguardo verso l'infinito... un sospiro e la magia ricomincia!
    Un abbraccio cara
    Giulia

    RispondiElimina
  21. Cara Sciarada,
    solo questa memoria rende ogni attimo immortale,
    nella mia notte, con la mia luna, io dono ricordo a un volto, vedi "lei" è esistita davvero, ne ho trovato traccia in un archivio storico in cui viene solo menzionata come una delle tante vittime, il resto... è scaturito dal mio spirito!
    Buona serata
    Giulia

    RispondiElimina
  22. Benvenuta Poison,
    felice di aver donato un momento intenso, lo è stato anche per me scriverlo, mi emoziono sempre quando scrivo, mi alimento delle mie sensazioni e le vivo e ne vengo ingoiata viva!
    Buona serata
    Giulia

    RispondiElimina
  23. Decisamente bello,fascinoso e avvincente questo racconto. Ci sai fare con la penna. I racconti di fantasia inseriti in contesti storici ben precisi sono la mia passione.

    A parte il grande specialista Umberto Eco. Ho letto " La Cattedrale del mare " di ildefonso Falcones,direi uno dei migliori letti ultimamente. Ciao, Ti auguro un buon weekend.

    http://adamus-adamus.blogspot.com/2011/01/la-cattedrale-del-mare.html

    RispondiElimina
  24. Ciao Adamus,
    ti ringrazio per il gradito commento che hai lasciato sul mio post, sono andata sul tuo link e ho lasciato anche lì copia della mia risposta.
    C'é un libro che, a questo punto, visti i tuoi interessi ti potrebbe piacere, è un racconto storico, che comprende un arco di tempo di vent’anni (1590-1610 d.C.), il lessico è molto vario: si trovano espressioni dialettali e tracce di documenti in latino o in volgare.
    Questo libro mi è piaciuto tantissimo per lo stile di scrittura e soprattutto perché racconta una storia vera: ciò che di questa vicenda mi ha colpito sono le condizioni di vita nel ‘600, la corruzione e le attività della Chiesa che opprimeva i fedeli e le condanne ingiuste che molte volte venivano emesse.
    Ha pause descrittive e riferimenti storici un po' noiosi nei primi capitoli, ma poi diventa appassionante.
    Ora mi chiederai, il titolo?

    "LA CHIMERA" di Sebastiano Vassalli (se non l'hai già letto!)

    Mi piacerebbe poi sapere se hai gradito il libro!
    Grazie, un abbraccio
    Giulia

    RispondiElimina
  25. Giulia, incuriosita dal tuo bel commento lasciato nel mio ultimo post, decido di venire a conoscerti...e noto con stupore e tanta ammirazione che sei un'artista!Hai scritto un racconto bellissimo:complimenti davvero!E come lavori bene il vetro!Mi piace molto la tecnica Tiffany e tu la esegui molto bene!Mi piacciono molto le vetrate di alcune chiese e conservo il ricordo di meravigliose vetrate che vidi a Parigi alla Sainte Chapelle..non volevo piu' uscire da la' dentro!Ora ti abbraccio ed e' stato un piacere conoscerti!A presto!Cri.

    RispondiElimina
  26. Adesso magari c'è meno violenza fisica, esplicita ma in altro modo condizionamenti che mettono in imbarazzo anche i sinceri credenti.........

    RispondiElimina
  27. @Cri, grazie della visita e delle gradite parole che mi scrivi, le vetrate delle chiese, soprattutto le cattedrali francesi sono un vero splendore di luci e colori, è un piacere anche per me conoscerti, un abbraccio e buon fine settimana
    Giulia

    RispondiElimina
  28. Caro Lupo, "c'é meno violenza fisica tu dici???!!!!" prova a dirlo a tutte quelle donne o bambini che continuano a subirla!!!!!!
    Sai cosa mette in imbarazzo i sinceri credenti, rimanendo nel contesto del testo, e anche i non credenti, aggiungo io, la meschinità che certi uomini hanno nascosto dietro alla tonaca in nome di Dio, per commettere e soddisfare i più bassi istinti di violenza, di sessualità, di potere e malvagità, per oltre 100 anni!!
    Mi sono ispirata ad una storia vera, una giovane donna vera, che aveva un'anima vera e l'ho portata qui, davanti a tutti, con tutta la forza che potevo esprimere...
    Giulia

    RispondiElimina
  29. Ciao Giulia!
    Grazie per la visita al mio blog,è stato un piacere leggerti
    Questo tuo racconto espresso con molta cura di particolari e verità'
    Ti auguro buon week! Sorrisi

    RispondiElimina
  30. Grazie Claudia,
    il tuo scritto mi ha attratta, tengo al caldo sempre la mia parte bambina o è lei che tiene me... non lo so...
    Un sorriso anche per te!
    Baci
    Giulia

    RispondiElimina
  31. ma le scrivi tu queste cose? Bravissima!!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  32. Ciao carinissima Winni,
    sìsì... le scrivo io queste cose... :o))))))))
    e grazie, sei molto gentile...
    un saluto
    Giulia

    RispondiElimina
  33. Bella quanto struggente...
    la vedo, la sento , la respiro...
    Inquisitori...concessi ad un arbitrio che non seppero rispettare...
    ignari dei "doni" che Madre terra pone ai Suoi protettori...
    essere un tutt'uno con l'universo, e allo stesso tempo , incompresi dai proprio simili...
    umanità che si nasconde fra le menzogne di apparenze scontate...
    l'Umanità perduta?

    dandelìon

    RispondiElimina


Quadro dipinto su vetro da Giulia

SONO PERICOLOSE IN CASO D'URTO ?


Il fatto che la vetrata sia un mosaico di tessere di vetro la rende più resistente alla rottura, perché più elastica.
Le tessere sono generalmente piccole, lo stagno che le contorna non ne permette la caduta in caso d'urto.


Laboratorio Vetro in Arte - Stresa

Non sarà troppo da chiesa?


Spesso si teme che inserendo un vetro artistico nel proprio appartamento, l'abitazione prenda i connotati di una cattedrale.
Questo sicuramente perché le vetrate sono state utilizzate moltissimo nelle chiese e lo sono ancora. Addirittura si parla di vetrata cattedrale, mentre sarebbe più corretto dire "vetro cattedrale".
L'utilizzo delle vetrate nelle cattedrali nordiche era necessario, sia per raccogliere più luce possibile, sia per diminuire il peso che le fondamenta dovevano sorreggere.
Ma la collocazione nelle abitazioni private cambia il concetto d'uso, i disegni diventano più leggeri e sobri seguendo linee più armoniche in sintonia con l'arredamento.

LA LAVORAZIONE TIFFANY

"Tiffany" è una particolare tecnica creata da Louis Confort Tiffany, pittore e vetraio fra i principali esponenti dell'Art Noveau di fine ottocento.

Questa tecnica consiste nel tagliare forme di vetro ( anche di piccole dimensioni ) molarle con l'uso di una mola ad acqua e nastrarle con una sottile lamina di rame od ottone cosparsa di colla di pesce per farla aderire al vetro.

Unendo i pezzi come un puzzle si compone il lavoro definitivo che verrà saldato con una lega di stagno, argento e piombo.

La saldatura può essere brunita ( anticata ) con speciali acidi ossidanti che creano un effetto molto simile alle vetrate a piombo medievali.

E' una lavorazione molto "fine" con cui si ottengono risultati accurati e armoniosi, non raggiungibili con il piombo classico.

Giulia



Tutta la pubblicazione successiva fa parte della mia Tesi conclusiva della Scuola d'Arte frequentata. 1996.

STORIA DEL VETRO

In Europa nel primo medioevo le botteghe dei maestri vetrai sorgevano in località situate vicino a grandi foreste dalle quali traevano il combustibile necessario per fondere il materiale, soprattutto le felci, una volta incenerite davano origine alla potassa necessaria per la formazione del vetro.


Per questo la varietà tedesca di vetro in quel tempo (fra il verde ed il giallo-bruno) fu chiamata “vetro di foresta” mentre quella francese prese il nome di “vetro di felce”.


Nell'Asia Minore e in Egitto, intanto il livello dell'arte vetraria restava altissimo, vasi, bottiglie, coppe, piatti erano formati seguendo un sistema molto simile a quello che doveva far diventare poi famosa nel mondo l'arte dei vetri muranesi (quando il vetro era in stato di fusione si dava all'oggetto la forma desiderata usando delle lunghe pinze).


La decorazione veniva eseguita in un secondo momento applicando filamenti di vetro dello stesso colore o contrastante oppure si utilizzava la tecnica dell'intaglio; già nota da secoli sia a Roma che in Asia Minore.


L'arte islamica del vetro favoriva una grandissima utilizzazione del colore a scopo decorativo.

Il sistema usato era questo:
Smalti composti da materiali colorati a punto di fusione bassa, venivano stesi in uno o più strati sull'oggetto da decorare e poi fissati mediante una seconda cottura in forno (come ancora si fa oggi).


Considerevoli, tra i tanti oggetti che ci sono giunti intatti, sono alcune grandi lampade destinate ad illuminare le moschee, decorate con versetti del Corano datati fra il XII e il XIV secolo.


Il fatto che venivano sistemate molto alte sul soffitto, lontane dalle mani di chiunque, ha favorito la loro conservazione attraverso tanti secoli.
Giulia - (continua)




LE VETRATE DIPINTE

In Oriente, fra il X e il XIII secolo, si afferma un ramo particolare della vetreria, prima quello che riguarda le vetrate dipinte ed applicate sulle lunghissime e strette finestre e sui rosoni delle grandi chiese romaniche e poi su quelle gotiche.

Rapidamente la vetrata policroma istoriata con particolari della vita o dei miracoli di personaggi e santi si diffuse in tutta l'Europa attraverso gli ordini religiosi, in modo particolare attraverso i Benedettini che la usarono per tutte le loro chiese ed abbazie chiamando alcune volte illustri pittori per collaborare con i maestri vetrai per la realizzazione di opere stupende.
Fra le vetrate di chiese antiche, vi ricordo quelle della Cattedrale di Poitiers in Francia; risalgono al 1165 D.C. Circa.
Giulia - (continua)


Cattedrale gotica di Exeter Cornovaglia.

CHE COSA E' IL VETRO

In senso teorico è un materiale solido, amorfo (privo di forma), trasparente, ottenuto ad alta temperatura (1200/1500 C° - 1700 vetri speciali) un miscuglio di sabbia silicea e due basi, di cui una deve essere alcalina (viene impiegata soda) e l'altra un alcare terrosa (si impiega un calcare che deponendolo nel forno dà ossido di calcio e libera anidride carbonica) o un ossido di metallo pesante (piombo o zinco) e si lascia poi solidificare lentamente la massa liquida ottenuta.

A questi tre componenti essenziali vengono poi amalgamate altre sostanze con funzioni di fondenti, stabilizzanti, ossidanti, ecc.

Molto importante è anche la decolorazione del vetro che data la presenza inevitabile di alcuni sali ferrosi, si presenterebbe verdastra, (vedi le bottiglie che si usavano un tempo per imbottigliare il vino) si ripara a questo aggiungendo del biossido di manganese (comunemente chiamato sapone dei vetrai) che ossidando elimina l'inconveniente.

Il vetro così definito è detto vetro comune o vetro solido calcico. La sua composizione è molto variabile ma in media rappresentabile come segue:

SI -02=75% = NA 2 0=15% = CAO =10%

Oggi si producono almeno un migliaio di vetri diversi, destinati agli usi più disparati. Ne cito alcuni che più frequentemente si incontrano nelle applicazioni correnti.

IL VETRO CRISTALLO è un vetro di notevole brillantezza e trasparenza, nella sua lavorazione si impiegano ossidi di piombo e di potassio.

IL PIREX è un vetro borosilicato, particolarmente apprezzato per la sua resistenza meccanica e di calore.

IL VETRO DI JENA è di qualità particolarmente controllata, è un vetro contenente ossidi di zinco, bario e manganese ed è molto adatto alla fabbricazione di strumenti scientifici.

IL VETRO OPALINO è ottenuto realizzando una sospensione di piccole particelle nella massa base; poiché le particelle hanno un indice di rifrazione diverso da quello della matrice vetrosa, la luce viene diffusa e si ottiene un aspetto lattescente.

Giulia - (continua)



PRODUZIONE DEL VETRO FUSIONE

I fori per la fusione del vetro sono di due tipi, continui a bacino per grandi produzioni o discontinui a crugiolo per produzioni non rilevanti o a carattere qualitativo, normalmente essi sono riscaldati bruciando dei gas.

La fabbricazione degli oggetti in vetro può essere fatta a caldo (caso più frequente) o a freddo.

La lavorazione a caldo si effettua sulla massa vetrosa uscente dai forni e può essere automatica (riduzione in continuo di lastre, tubi, ecc.) o manuale, quest'ultima è oggi relativa a produzioni a carattere artistico o su scala artigianale.

L'operatore preleva sulla punta di un tubo una porzione di vetro fuso semiraffreddato e soffiando nel tubo aiutandosi con speciali utensili o stampi, provvede a formare uno per uno gli oggetti.

Sempre a caldo il vetro può essere stampato per ottenere oggetti come bicchieri, vasellami e simili. Gli oggetti in vetro lavorati a caldo devono essere cotti di nuovo per eliminare le tensioni interne che si creano nella massa per effetto del raffreddamento. L'artigiano si avvale in seguito delle tecniche di molatura e smerigliatura.

VETRO CEMENTO materiale composito ottenuto annegando nel calcestruzzo delle formelle di vetro; in tal modo si ottengono delle lastre impiegabili per lucernai, divisori, ecc. Può divenire addirittura strutturale nell'edilizia una volta armato.

VETRO ORGANICO termine corrente, ma estremamente improprio con il quale vengono indicate alcune resine (acriliche e viniliche) con le quali è possibile colare lastre o stampare oggetti di vario genere di aspetto molto simile ai prodotti in vetro vero.

Giulia - (continua)



Vetrofusione

LA MEMORIA DEGLI OGGETTI

Degli oggetti d'uso comune pochi sono giunti intatti sino a noi.

Possiamo però avere un'idea delle forme più in uso osservando le miniature, i dipinti, gli affreschi che venivano rappresentati con ricchi dettagli.

Così sappiamo che in epoca merovingia in Francia erano di moda le coppe fornite di piede, certe bottiglie dal collo molto lungo e dal corpo rotondeggiante, bicchieri conici ma con fondo piatto; in Germania nello stesso periodo si fabbricavano bicchieri conici con base molto stretta e decorazioni applicate a forma di piccole gocce.

Numerosi sono i trattati scritti sull'arte datati all'età medioevale, tutti interessanti per lo studio delle tecniche usate e la storia del costume.

Anche per l'età gotica sono pochi gli oggetti che possiamo studiare, numerose sono però le fonti iconografiche alle quali attingere.

In Francia grandi centri di produzione sorgevano in Lorena, in Normandia, in Provenza, presso i Pirenei, mentre l'arte vetraria assumeva una sua altissima dignità e grande amore tanto da assicurare a quanti la praticavano con particolare maestria il titolo nobiliare di "gentil homme verrier".

Giulia - (continua)


ARTE A VENEZIA

Un grande avversario si presentò all’orizzonte dei maestri vetrai francesi agli albori del Rinascimento; l’Italia.

Questa volta però non erano gli artigiani di Roma che si affacciavano alla storia dell’arte ma quelli fino allora quasi sconosciuti di una città giovane, sorta come per incanto sulle sponde dell’Adriatico; Venezia.


A Venezia erano affluiti nel corso del medioevo maestri vetrai e mosaicisti dell’Asia Minore, con l’incarico di fare della città una delle meraviglie del mondo.

Molti avevano lavorato per un certo periodo e poi erano tornati in patria, ma molti altri avevano preso dimora

stabile aprendo botteghe frequentate da allievi volenterosi, intelligenti e amanti del bello.

Non tardarono a diventare più abili dei loro insegnanti in tutte le arti decorative.


Costretti a rifugiarsi nell’isola di Murano a causa degli incendi violenti che spesso divampavano nei quartieri cittadini in cui avevano aperto le loro fornaci e botteghe.

Orientali prima e veneziani dopo, fecero dell’isola uno dei centri più splendidi del mondo, da surclassare perfino le grandi scuole alessandrine e romane.


La Serenissima Repubblica veneta cercò a lungo di impedire che i segreti della lavorazione del vetro uscissero dallo stato, i maestri non potevano assolutamente andare a lavorare fuori dal loro territorio, pena gravissime sanzioni.

Ma, vi era sempre qualcuno che riusciva a eludere la stretta sorveglianza messa in atto alle frontiere.

Quindi i segreti muranesi diventarono di pubblico dominio per centinaia di allievi che accorrevano nelle botteghe che i maestri veneti aprivano in Europa; Inghilterra, Paesi Bassi, Liegi, Francia, Spagna e Portogallo.

Solo la Germania restò estranea a lungo a questo fenomeno per un motivo molto pratico, il vetro tedesco era di natura ben diversa da quello veneto perché veniva ricavato dalla potassa ottenuta con le ceneri del legno che abbondava in quelle regioni ricche di foreste, mentre la soda usata dai maestri muranesi proveniva dalle ceneri di piante marine, con l’aggiunta di piccole quantità di biossido di manganese che eliminava scorie e impurità, questo assicurava la limpidezza e una purezza eccezionale al prodotto.

Verso la fine del XVI secolo, un tedesco, Caspar LEHMANN, portò a splendere l’arte di intagliare il vetro nel suo paese, spingendo i suoi connazionali a cercare una qualità di vetro più pura e più limpida.

Nel XVII secolo fiorirono in Germania scuole ad altissimo livello; foggiavano degli stupendi oggetti in gara con la nostra Murano e il veneto in genere.


Giulia (continua)



IL GOTICO FRANCESE

Chartres, Parigi, Reims, Laon, Amiens, Rouen, Bayeux, Evreux, sono le otto Cattedrali gotiche francesi, dedicate a Notre-Dame, la Vergine Santa e tutte costruite verso il 1130.

Congiungendo i punti delle città dove sono state costruite, si traccia sulla mappa il disegno della costellazione della Vergine ( Segno zodiacale ).

Si dice che nel 1118 nove cavalieri francesi

Partirono per Gerusalemme; non erano crociati, né pellegrini e nemmeno monaci.

Davanti al re di Gerusalemme, Baldovino II fecero voto di povertà, castità e obbedienza.

La loro missione era segreta.

In loco i cavalieri si misero a guardia del luogo su cui era sorto il tempio di Re Salomone.

Furono detti cavalieri del tempio o templari.

Ma da chi furono inviati a Gerusalemme? E perché?

I Templari dovevano scoprire una legge più misteriosa e segreta, non proclamata, ma che deteneva la saggezza e la potenza.

Possedere queste Tavole significava avere conoscenza delle norme, delle misure e dei numeri che regolavano il mondo.

Le Antiche Scritture parlano in più punti di questa Tavola della Legge che Mosè custodì e nascose e che Salomone il re della saggezza ebbe la fortuna di possedere nel proprio tempio.

I Templari tentarono di ritrovarle.

Papi, Re, Imperatori avevano organizzato diverse battute in Terra Santa, in Persia, in India e persino in Cina.

Lo stesso Luigi Re di Francia inviò esploratori in Abissinia.

Ma tutti fallirono.

Anche i Templari?

La loro missione era segreta e segreto è rimasto l’esito.

Nessuno ha le prove che i Templari abbiano trovato le Tavole delle Leggi.

Però un dubbio esiste, perché, dieci anni dopo, nel 1128, ritornarono in Francia, si presentarono al Concilio di Troyes e chiesero di entrare nell’ordine religioso.

Due anni dopo iniziarono le costruzioni delle Cattedrali Gotiche.

Ancora non si spiega perché proprio a Chartres, piccolo villaggio di cinquemila contadini; fu il più ardito luogo di culto.

Inspiegabilmente contadini, pecorai e pastori si trasformarono in muratori, carpentieri e vetrai.

In queste Chiese vi sono migliaia di statue, di scene rappresentative, di dipinti in cui si racconta la storia dell’uomo, di Dio, di Gesù, dalla nascita alle sue glorie.

Ma non c’è una sola vetrata o una statua che raffiguri la crocefissione.

I Templari rifiutavano di ammettere che l’uomo crocifisso da Pilato fosse il loro vero Cristo.

La scienza tenta di dare una spiegazione.

Giulia (continua)


IL MISTERO DELLE CATTEDRALI

Forse quello era solo un posto dedicato alle preghiere.

O forse uomini primitivi e poi quelli pre-cristiani sapevano leggere nel cielo, orientarsi col sole e le stelle, forse con una sensibilità maggiore della nostra.

Guidati da un istinto cosmico “tenta di spiegare la scienza”.

Chartres e le altre cattedrali che ripetono il segno della vergine, sorgono dove i pagani veneravano una statua di legno che rappresentava una madre col bambino, questo era il culto della terra madre chiamata anche “la Vergine che partorirà”.

A Chartres i Druidi ne fecero il centro della loro religione prima ancora che fosse nato il cristianesimo e la venerazione della Vergine Nostra Signora, fu tramandata di secolo in secolo.

La statua era collegata nella cripta più sotterranea del tempio, pellegrini valicavano monti e paludi per pregarla.

L’età e il fumo delle ceneri l’annerì.

In seguito fu nominata “Vergine Nera”.

Quando i primi cristiani giunsero a Chartres, trovarono in quella grotta la prima Vergine col Bambino, conservarono statua e cripta e sopra vi eressero un tempio cristiano.

Scendendo nella grotta pagana abbiamo 37 mt. di profondità e 37 mt. è anche la volta eretta sopra il pozzo druido.

Nei portali della cattedrale vi è una scultura che riproduce il modello della Vergine Nera e lo stesso su una vetrata.

I costruttori di queste cattedrali si tramandavano da generazione in generazione i segreti delle soluzioni tecniche, l’armonia, la scienza dei calcoli impossibili, per imbrigliare spinte e controspinte, ogive, archi e volte.

Gli architetti che costruirono quelle opere, parevano possedere un segreto e una scienza che non erano dell’occidente.

Per realizzare una volta gotica dovettero inventare una geometria che permettesse, su un semplice disegno, le interpretazioni dei volumi e dei vuoti, l’accordo di spinte e di resistenze.

I muratori, i vetrai, gli scalpellini che eseguirono le opere erano maestri e venivano raggruppati in confraternite perché da loro non trapelasse nessun segreto.

In ogni cattedrale vi era un numero magico.

Scienziati moderni hanno cercato di scoprirlo con calcoli trigonometrici.

Si è trovato che Chartres (37 mt. lunghezza del coro e 14 di larghezza, la volta è alta 37 mt. la navata è lunga 74 mt.) ha tutti numeri che sono multipli di 0,37 e questo numero è esattamente la centomillesima parte del grado del parallelo che passa per la città di Chartres.

REIMS

E’ situata 49 gradi di latitudine nord con un grado di parallelo di 71 Km, l’unità di misura è di 1.42, la lunghezza della Cattedrale di Reims è di 142 mt, cioè il doppio di 71, il suo multiplo.

AMIENS

E’ A 49,51 di latitudine, parallelo di 70 Km, ebbene l’altezza della volta è di 70 volte 0,70 mt e la lunghezza dei transetti di 70 mt.

I costruttori di quelle cattedrali conoscevano a tal punto il globo terrestre da poter scegliere la misura più idonea dei loro monumenti in modo da rispettare un’armonia tra leggi matematiche, geografiche e astronomiche?

Da dove proveniva quella loro scienza?

La Vergine Nera delle vetrate di Chartres la chiamavano Sant’Anna che tiene in braccio la Vergine Bambina, Anna ha il volto nero e tre gigli bianchi a 5 punte.

Il nero e il bianco simboleggiano il passaggio dalla putrefazione della materia alla rinascita, mentre il numero 5 dei petali è il simbolo della donna; ma Anna come madre della madre è anche il simbolo della madre terra.

Il rosone formato da 8 fiori con 8 petali, l’otto (disposto orizzontalmente) Infinito-Eternità.

La rotazione delle rose simboleggia il passaggio dello stato di imperfezione materiale a quello di completezza spirituale.

I colori dei vetri nascondono un linguaggio.

Il nero è il disordine.

Il bianco la purezza.

Il rosso la perfezione.

La loro disposizione simboleggia il passaggio dell’uomo dalla materia alla perfezione.

I rosoni delle Cattedrali gotiche rappresentano il “viaggio” dell’uomo verso la trasformazione, la ricerca di una nuova identità.

Colori, figure, disegni, hanno un loro segreto intimo che i vetrai avevano appreso dagli alchimisti orientali, che a loro volta avevano imparato da popoli e culture millenarie.

Ancora qualche colore di rito.

IL NERO le tenebre, l’assenza della luce, la morte dell’uomo, il colore del caos dove tutto è confuso.

IL BIANCO come l’alba segue la notte, la luce dopo le tenebre, il colore della purezza e dell’innocenza.

IL GIALLO colore della trasformazione.

IL ROSSO colore del fuoco che brucia la materia.

Basta fissarli intensamente, quando la luce del sole li accende, perché una strana magia li metta in movimento.

E’ facile suggestione essere trasportati.

Sul pavimento delle cattedrali gotiche è rappresentato un labirinto.

Per i pellegrini che lo percorrevano sostituiva il pellegrinaggio in Terra Santa, ma significa anche il cammino dell’uomo verso la salvezza, non è un vero labirinto, ma un percorso obbligatorio segnato da cubetti di marmo blu e bianco.

Questi percorsi venivano nel passato guidati dallo stesso Vescovo a piedi nudi nel periodo di maggiori tensioni di correnti magnetiche (famosi girotondi di Pasqua).

Questo non per penitenza, ma perché il contatto con la Terra percorsa dalle correnti benefiche fosse più diretto.

Queste specie di danze finivano sempre al centro del labirinto, lì dove l’uomo cadeva stremato, ma anche trasformato.

E tante volte gli ammalati si rialzavano guariti nel corpo e sempre nello spirito.

Giulia (continua).


Madonna Nera di Chartres
Sfondi Blog
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto non viene aggiornato con cadenza periodica e non è da considerarsi un mezzo di informazione o un prodotto editoriale ai sensi della Lg n° 62/2001.

Le immagini dei post sono state prese da internet solo per condivisione grafica riconoscendo il diritto ai legittimi creatori o titolari.

http://artevetro-giulia.blogspot.com/